19 gennaio 2012

Una sognatrice

Spesso, uscendo dalla metropolitana, passo davanti a al mio spacciatore di fiducia. Don Ciro vende libri usati, remainders, oppure quelle edizioni di classici che escono in abbinamento ai quotidiani e che, se invendute, per vie misteriosissime vanno a finire nei mercatini o sulle bancarelle. Lui, per altro, non ha una postazione fissa: semplicemente, ogni mattina apre su un marciapiede un paio di tavolini con la scacchiera della dama stampata su, di quelli che si portano in spiaggia per poggiarci sopra le carte napoletane o la frittata di maccheroni, e li carica di libri. In questa bottega improvvisata all'aria aperta ci trovi sempre le stesse cose per settimane, finchè non compaiono nuovi arrivi: è la bibliotechina di qualcuno che se ne è dovuto liberare, magari per uno sfratto, un amore finito, o chissà. Oggi c'era qualche novità (si fa per dire!).
"Don Ciro, vedo che vi hanno portato cose nuove."
"Sì, me li ha portati una donna troppo bella," mi dice con un sospiro. Un amico, che gli ciondola vicino, sospira anche lui guardando i libri: antologie di poesie d'amore, miti greci, latini e nordici, Montale, Neruda, le Memorie di Casanova, il cofanetto del Ciclo di romanzi di Chretien de Troyes nell'edizione Oscar Mondadori.
"Bella, ed anche sognatrice," gli dico di rimando. Pago, e vado via sorridendo.

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